Tecnologia con Nalucoat l’auto ancora più green

La cromatura decorativa è un trattamento utilizzato per dare un plus estetico ad ogni elemento rendendolo gradevole dal punto di vista estetico e resistente dal punto di vista funzionale.

E’ ampiamente applicato anche nel settore automotive sia su plastica che su metallo, in particolar modo sull’alluminio: maniglie tira-porta, paddle shift, inserti plancia e pannelli porta ed altri dettagli che possono generare una percezione di maggior valore.

La fase produttiva è però caratterizzata da una serie di aspetti che rendono questo processo non sostenibile oltre a non consentire il riciclo degli elementi sui quali viene applicato. Si pensi ai manufatti in alluminio, pur essendo un metallo riciclabile infinite volte, viene meno questa caratteristica fondamentale per via della presenza di sovrametalli che costringono o a processi di inversioni, altamente energivori, dispendiosi ed inquinanti, o allo smaltimento come rifiuto speciale.

Dal punto di vista della produzione si stima che siano necessari oltre 15 litri di acqua per metro quadro di superficie immersa, oltre che una grande quantità di energia elettrica, classificata come materia prima sotto forma di corrente continua a basso voltaggio ottenuta mediante raddrizzatori. Da ultimo l’energia termica utilizzata per mantenere le soluzioni operative a determinate temperature.

Ancora più importanti sono i prodotti chimici necessari a favorire il processo di elettrodeposizione e i metalli che si depositano, utilizzati sia in forma massiva che in forma di sali e composti.

Tra questi abbiamo il cromo esavalente, considerato uno dei più importanti e pericolosi inquinanti ambientali che, in caso di sversamenti accidentali, grazie all’elevata solubilità in acqua, può diffondersi in vaste aree. Si pensi alla famosa causa, intentata contro la Pacific Gas & Electric nel 1993, per la contaminazione con cromo esavalente delle acque della città di Hinkley in California per oltre 30 anni, oggetto della più grande azione legale condotta nel suo genere, capeggiata dalla Brockovich e da Ed Masry. Il colosso dell’energia è stato costretto a pagare il più grande risarcimento nella storia degli Stati Uniti: 333 milioni di dollari ai più di 600 residenti di Hinkley, episodio che ispirò nel 2000 il film “Erin Brockovich”.

Per legge è reso obbligatorio il passaggio alla variante di cromo detta trivalente (CrO3), meno tossica e dannosa. Ma anche per questa variante sono in corso importanti evoluzioni legislative, spinte dal Comitato Reach (in riferimento alla pubblicazione del 17 giugno 2022 da parte del CTACSub) che invitano ad applicare, laddove è possibile, alternative idonee a questo trattamento.

Conseguentemente, la mancata concessione dell’autorizzazione all’utilizzo anche dei composti di cromo trivalente, comporterebbe la completa compromissione della filiera a monte delle industrie produttrici ed assemblatrici. E’ quindi arrivato il momento in cui industrie e progettisti comincino a prepararsi, anche con l’ausilio di chi ha esperienze nel campo dei trattamenti alternativi.

Un contributo fondamentale allo sviluppo di queste soluzioni lo si deve a Gian Luca Falleti, interprete delle nanotecnologie nel mondo concreto della produzione industriale.

Falleti ci racconta della sua ultima innovazione il trattamento Nalucoa, che trova applicazione anche nel settore automotive, seguendo ad esempio la filosofia sposata dal Gruppo Stellantis.

La DS7 è la prima auto definita “Chrome Detox”, ovvero che elimina i pezzi cromati sia all’interno che all’esterno, aggiunge Falleti: “non è però necessario privarsi dell’effetto estetico, basta eliminare le lavorazioni non sostenibili e che rendono i pezzi non riciclabili”.

Nel settore automotive non si sta lavorando solo sulla mobilità sostenibile ma anche sulla fabbricazione sostenibile, creando linee di sia di assemblaggio che di disassemblaggio (un nuovo paradigma che vediamo applicato già dal colosso della telefonia Apple) consentendo, agli assiemi a fine vita, di essere riciclati. Quindi ogni materiale ed ogni trattamento dovrà permettere il riciclo dei pezzi.

Da qui l’immediata necessità, da parte di tutta l’industria dell’automotive, di intervenire sui processi di fabbricazione attraverso l’utilizzo di tecnologie abilitanti come Nalucoa, una valida e percorribile alternativa ai trattamenti di finitura tradizionali.

[Fonte: rmcmotori.com]