Nel Distretto Ceramico nasce Nalucoat, la startup “green” che elimina il cromo

Da sinistra Michael Robinson, Gian Luca Falleti, Ivan Bonvini

Spinoff di Nanoprom Chemicals srl e Leba 1974 srl, è stata fondata come società benefit con l’obiettivo di fornire l’alternativa ad uno dei processi industriali più inquinanti.

Sassuolo (Modena), XX novembre 2022 Nasce nel cuore del Distretto Ceramico una nuova azienda destinata a portare avanti un progetto senza precedenti per quanto riguarda l’eliminazione del cromo dai trattamenti di finitura delle superfici.

Si tratta di Nalucoat, startup decisamente orientata al green, che avrà una doppia sede: a Sant’Antonio di Casalgrande, nel Reggiano, e a San Genesio ed Uniti, nel Pavese, per una trasversalità che denota l’aspetto inclusivo del progetto e sancisce una sorta di joint venture tra due delle regioni più industrializzate d’Italia, che rappresentano, da sole, il 35% del pil nazionale.

Ideatori di questa inedita iniziativa sono due giovani imprenditori: il sassolese Gian Luca Falleti, patron dell’azienda Nanoprom Chemicals srl e da anni fornitore di vernici “ultraleggere” per diversi settori (top team di Formula 1, gruppi nautici e società aerospaziali) e Ivan Bonvini, fondatore della pavese Leba 1974 srl, specializzata in trattamenti di finitura su alluminio. Al loro fianco il car designer statunitense Michael Robinson, dalla cui penna sono nate auto come le Lancia Thesis e Ypsilon, le Fiat Bravo e Brava e il treno Frecciarossa 1000 e la parte anteriore  della nuova tonale ma famoso soprattutto per la sua propensione all’adozione di innovazioni riguardanti il futuro dell’automobile.

“La nostra idea di dare vita a Nalucoat società benefit – spiegano Falleti e Bonvini – nasce innanzitutto da un film. Entrambi abbiamo visto, e ne siamo stati fortemente impressionati, il film <<Erin Brockvich – Forte come la verità>>”, uscito nel 2000 e interpretato, tra gli altri, da Julia Roberts. Basato su una storia vera, la pellicola tratta della causa intentata contro la Pacific Gas & Electric per la contaminazione con cromo esavalente di una città californiana. Grazie a questa azione legale, il colosso statunitense dell’energia fu condannato a pagare il più grande risarcimento nella storia degli Stati Uniti: 333 milioni di dollari a più di 600 persone. Il cromo esavalente, infatti, è uno dei più pericolosi contaminanti ambientali. Tuttavia, è ancora utilizzato in diversi processi industriali, nonostante il suo impiego sia concesso in deroga da norme internazionali e per periodi limitati. Ora, però, c’è la soluzione per eliminare il cromo da diversi processi di lavorazione.

Falleti e Bonvini proseguono: “Ciò che permette di eliminare la cromatura dalle lavorazioni dell’alluminio si chiama Nalucoat, il medesimo nome che abbiamo dato alla nostra statrup, spinoff delle nostre aziende Nanoprom e Leba 1974. Si tratta di un processo basato sul prodotto Polysil, rivestimento a base di silicio (una vera e propria vetrificazione a freddo) la cui composizione è coperta da brevetto Nanoprom. Siamo davanti, in altri termini, a una vera e propria rivoluzione copernicana in diversi ambiti industriali, primo fra tutti quello dell’automotive”.

Aggiunge Robinson: “Pensiamo a quanti sono gli elementi di una qualsiasi automobile che, attualmente, subiscono il processo di cromatura lucida od opaca. Ebbene, grazie a questo trattamento, già entrato in fase di produzione, sarà finalmente possibile eliminare completamente la presenza di cromo, un elemento appunto oggi molto attenzionato a livello internazionale, proprio per il suo impatto sull’ambiente”.

Doppio è il vantaggio che può derivare dall’uso di Nalucoat. Evidenziano ancora Falleti e Bonvini: “Il processo ideato e brevettato è doppiamente green: grazie alla formula del nostro coating, infatti, è possibile sia eliminare l’utilizzo del cromo, sia riciclare il materiale sul quale viene applicato. Finora, infatti, l’alluminio sul quale è applicata la cromatura, non può essere successivamente riciclato, ma deve essere ritrattato o smaltito. Proponiamo quindi un sostanziale passo avanti anche in ottica di economia circolare”.

Altro plus di Nalucoat, infine, è che si riducono notevolmente gli scarti di processo. “Le attuali cromature – chiudono Falleti e Bonvini – producono uno scarto di lavorazione che può arrivare ad attestarsi anche al 30%. Il nostro trattamento, invece, è stato pensato e ottimizzato per arrivare a uno scarto non superiore al 2% fisiologico, quindi garantendo un notevole vantaggio economico a tutti i produttori di componenti in alluminio. Da ultimo un’applicazione che riduce sensibilmente il fabbisogno di energia elettrica, acqua ed azzera i rifiuti”.

[Fonte: www.rmcmotori.com]